Ottimismo o negazione?
Quante volte di fronte ad un problema ci siamo trovati ad assumere un atteggiamento totalmente diverso dai nostri amici o familiari?
Ognuno di noi ha sentito dire frasi del tipo: “cerca di essere più ottimista” oppure “non puoi guardare il bicchiere sempre mezzo vuoto”.
Ma cosa fa sì che ognuno di noi assuma un comportamento diverso di fronte allo stesso stimolo?
Prima di mettere in atto un comportamento, il nostro cervello, in maniera più o meno consapevole, effettua una valutazione della situazione e ciò comporta che la realtà o i fatti possano essere interpretati in maniera totalmente differente.
L’interpretazione della realtà viene influenzata dall’esperienza, dalla nostra storia, dalle nostre emozioni e da ciò che abbiamo appreso nel corso della nostra vita. Basta pensare a quando siamo piccoli per rendercene conto. Da bambini ognuno di noi ha corso rischi che da adulti non correrebbe mai, semplicemente perché non davamo a situazioni pericolose una connotazione di questo tipo.
Allo stesso modo, di fronte ad una brutta notizia, ognuno di noi reagirà in maniera differente; alcuni si butteranno giù e penseranno solo alle conseguenze negative di quella notizia ed altri penseranno invece alle possibili soluzioni.
Se fate parte del primo gruppo spesso vi sarete chiesti come fanno gli altri a non farsi abbattere e a trovare sempre quella forza per reagire. Ed ecco che, allora, la domanda sorge spontanea: le prime persone a cui facevamo riferimento prima riescono a vedere il bicchiere mezzo pieno oppure non riescono a percepire il vuoto presente nel bicchiere?
Si potrebbe pensare che persone con una buona dose di autostima ripongano talmente tanta fiducia in sé da considerare risolvibile il problema e non lasciare che questo le schiacci. In realtà è importante però chiederci se la certezza di essere in grado di risolvere il problema nasca dal non considerare alcuni fattori e negare la gravità della situazione, in sostanza ad un errore di valutazione fatto dal nostro cervello.
La negazione, concetto introdotto da Freud per indicare un meccanismo di difesa, nel corso degli anni si è modificato avvicinandosi molto all'idea di "saper vedere il bicchiere mezzo pieno".
In sostanza la negazione è quel rifiuto, consapevole o inconsapevole, di comportamenti, emozioni, pensieri informazioni o fatti. Come vediamo tale processo può garantire di avere un'idea positiva delle cose, evitando però di tenere in considerazione alcuni elementi che potrebbero portare ad una valutazione diversa della realtà.
Quindi chi ha un approccio positivo nella vita è una persona che può essere consapevole delle proprie risorse oppure colui che, consapevolmente o inconsciamente non tiene in considerazione alcuni elementi che, se analizzati, lo porterebbero a modificare la valutazione della situazione.
Sebbene siamo tutti d’accordo che assumere un atteggiamento positivo sia un elemento importantissimo per tirare fuori le risorse necessarie per affrontare varie problematiche, appare però evidente come una distorsione della realtà, per quanto renda più accettabile e sostenibile una situazione, rischia di esporci a rischi e ad una sottovalutazione della stessa. A non avere, insomma, quel principio di realtà così importante per evitare di correre rischi imprevisti.
Come sempre, la verità sta nel mezzo.
Se un atteggiamento estremamente pessimistico può portarci all’inattività e alla rassegnazione, uno basato solamente sulla positività, può portarci a correre rischi e a delusioni future che nascono dal non aver effettuato una corretta valutazione della realtà, proprio come chi appartiene al primo gruppo.
Oggi come oggi impazzano corsi che puntano a favorire una visione positiva della vita e di noi stessi, cosa senz’altro fondamentale ma a mio rischio pericolosa.
Diffido sempre un po’ dalle soluzioni facili, prima di tutto perché forse non appartengo a quel gruppo di persone tipicamente definite “positive” e poi perché credo che qualora fossimo in grado di fare una cosa la faremmo già senza che qualcuno ce lo dicesse.
Per questo motivo sono certo che per far “esplodere il nostro potenziale” sia fondamentale non solo soffermarci ad acquisire alcuni metodi “standard” ma “lavorare” per comprendere cosa ci porta ad avere quella visione eccessivamente positiva o negativa della realtà, così da essere consapevoli di noi stessi e delle nostre risorse.
Dr. Daniele Regini
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