“Rilettura psicologica” del COVID-19 e dell’isolamento (parte 1)
Virginia Woolf sosteneva che la malattia spinge a “essere sinceri come i bambini…si dicono cose, si rivelano verità che la cauta rispettabilità della salute nasconde”. Credo che in questo momento della nostra vita ci stia succedendo qualcosa di molto simile.
L’epidemia che in queste settimane ci sta coinvolgendo, ci sta obbligando, senza rendercene conto, a lavorare su tre aspetti che spesso mi sono trovato ad affrontare con le persone che seguo a studio: il senso di impotenza, i confini e l’interdipendenza.
Inizialmente avevo pensato di scrivere un unico “articolo” per trattare i vari argomenti. Ma ho preferito suddividerlo in due parti così da consentire a tutti di avere il giusto tempo per riflettere su tali tematiche, vista la centralità che credo rivestano nella vita di tutti noi.
In questi giorni così difficili per tutti è, infatti, riscontrabile la tendenza a provare vissuti ansiosi o a carattere depressivo anche in chi non ha mai sofferto di tali patologie. Chi già in precedenza provava sintomi di questo tipo, o magari in passato ha affrontato un percorso terapeutico, probabilmente non avrà notato differenze rispetto alla situazione ordinaria, essendo più abituato a confrontarsi con tali difficoltà e avendo già messo a punto strategie consolidate per affrontarle. Chi invece non ha mai avuto tali malesseri, può trovarsi impreparato nella gestione di vissuti emotivi così intensi e destabilizzanti. Questa può essere un’opportunità per confrontarci con aspetti nuovi di noi stessi sui quali non abbiamo mai puntato l’attenzione.
Il maggior numero di disagi, sembra si possa riconnettere proprio all’aver contattato un senso di fragilità e di impotenza, che, in realtà, se ci pensiamo bene accompagna spesso la nostra vita in generale, ma senza rendercene conto.
Al fine di mantenere la serenità ed evitare di dover combattere costantemente con l’ansia, ci illudiamo di avere il controllo su tutto quello che accade intorno a noi e non ci rendiamo conto, invece, di quanti aspetti della nostra vita, in realtà, sono al di fuori del nostro dominio.
Niente panico però.
Prendere consapevolezza ditale aspetto, non significa che siamo in pericolo e neppure che siamo esposti a sofferenze enormi. Anzi, se ci riflettiamo bene, il fatto che riusciamo costantemente a condurre le nostre vite in maniera adeguata, significa che abbiamo le risorse necessarie per affrontare tutto ciò che ci riguarda, imprevisti inclusi. Questo vale in particolar modo in questo momento in cui la pandemia sta mettendo in luce le nostre “illusioni di controllo”.
Nei prossimi giorni pubblicherò altre riflessioni legate ai confini e all’interdipendenza, condividete questo post e invitate i vostri amici a seguire la pagina così da restare connessi, seppure distanti…
Dr. Daniele Regini
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